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Una Lettera, un Addio

 

Dolce amore mio,

ti scrivo questa lettera perché non riuscirei mai a dire quello che sto per dirti guardandoti negli occhi.

Perderei il filo del discorso e perderei me stesso.

Comincerei a piangere, e non voglio che tu di me conservi il ricordo di un uomo che piange come un bambino.

È arrivato il momento di partire.

Ma non ti crucciare. Tu potevi essere una ragione per farmi restare. Una ragione valida. Avrei ucciso la vita che ho vissuto fin qui.

Per te.

Lo avrei fatto davvero.

Per rinascere con te.

Invece, per come stanno le cose, sei solo uno dei tanti motivi che mi spingono ad andare via.

Una ragione di più, come dice la canzone.

Non ho rimpianti. Perché non posso fare niente di più se non essere me stesso.

Non posso cambiarmi i connotati per assomigliare al tuo attore preferito.

Non posso fingermi un’anima diversa da quella che ho.

Evidentemente quello che io sono non è sufficiente per averti.

Semplice. Lineare.

O forse proprio ciò che sono ti ha tenuta lontana da me.

Ma non importa più, ora, quale delle due possibilità sia quella giusta.

E non dire che non sono io, che non c’entra la mia anima.

Non dire che è il tuo cuore che non riesce più ad innamorarsi. Non sarebbe vero, perché una volta hai affermato di aver consentito ad una goccia d’acqua d’irrigare il terreno arido che è in te. Ma non ero io, quella goccia. Sarei potuto essere un nubifragio, avrei voluto rendere quel deserto ancora fertile.

Ma non sono stato neppure una stilla.

Lacrime sì, tante.

Forse troppe.

E non ho nemmeno rimorsi per essermi innamorato di te, per aver pensato a te.

A noi.

Mi restano solamente una grande stanchezza e un’infinita tristezza nel cuore.

Ho cercato di odiarti, razionalmente, nel tentativo di bilanciare l’amore che provo per te.

Ho cercato di odiarti, per tutte le frasi pronunciate e rimaste solo parole.

Bellissime, ma pur sempre solo parole.

Speravo, serbandoti un rancore che non provo, di poter davvero tornare a guardarti con occhi diversi.

Ma il cuore ha vinto ancora, una volta ancora.

E l’indifferenza simulata mi ha portato ben poco giovamento.

Ora la lontananza da te mi ucciderà, nei primi tempi.

Piangerò, senza poter spiegare quelle lacrime a chi mi starà vicino, senza poter parlare di te e di quanto ti amo con nessuno, se non con me stesso.

Mentre più avanti accoglierò la distanza che ci separerà come una vera benedizione.

Perché non sarai lì, sotto i miei occhi, a sospendermi il cuore ogni volta che ti incontro.

Ho cancellato il tuo numero dalla mente, l’ho cancellato dalla mia agenda.

Per arrestare l’inarrestabile tentazione che avrò di parlare con te, di sentire la tua voce.

Vorrei dimenticare anche il tuo nome, così non potrei mai cercarti sugli elenchi del telefono.

Ma non dimenticherò mai il tuo cuore, il tuo viso, il tuo sorriso, le tue lacrime, la tua triste dolcezza, gli abbracci, troppo brevi, e le carezze, troppo poche, che mi hai regalato.

Ora le nostre strade si dividono anche sul piano materiale, dopo che io, tempo fa, le ho separate a livello spirituale.

Altri decideranno il momento preciso in cui questo avverrà.

E sarà come l’attesa di una condanna a morte, così temuta ma al tempo stesso tanto desiderata.

Per farla finita, una volta per tutte.

Addio, dolcissimo amore.

Abbi cura di te.